Dei mesi di agonia, tortura psicologica e fisica, dolore e angoscia in cui visse nel Campo di Concentramento a Mauthausen, non sappiamo nulla e possiamo solo immaginare.
Dalla testimonianza di Mario Limentani, ebreo – matricola 42230, un sopravvissuto di quel treno:
"Arrivammo verso mezzanotte e andammo al campo di concentramento di Dachau, ma ancora non sapevamo nulla, credevamo di andare in un campo di lavoro come avevano detto. Ci rinchiusero nella baracca delle docce, ci lasciarono là un po’ di giorni, non sapevamo nulla ancora. Poi la mattina ci svegliarono, ci presero e ci portarono a Mauthausen. L’11 gennaio del 1944, verso le undici, mezzogiorno circa arrivammo a Mauthausen. Arrivati a Mauthausen, ci misero sulla destra, dove c’è il muro del pianto e fecero l’appello. Ancora non sapevamo, non si vedeva niente, la neve era alta, faceva freddo, venti gradi sotto zero".
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State tranquilli, sto bene per
ora. Ci hanno portato a Monaco. Siamo 300 romani e 23 mila stranieri al
campo di concentramento tedesco di Mathausen (Austria). Ci rivedremo alla fine
della guerra se non potete fare niente a Roma. Baci a tutti, anche a
Fabiuccio papà.